Gris Clair di Serge Lutens

È come un polline che si diffonde su una città senza vita.
Grigio, come la cenere che ondeggia in un cielo attraversato dai raggi del sole.
Lavanda, e poi, per aggiungere del grigio alla chiarezza, dell’incenso, per cui vado matto!
In ogni senso, l’incenso dà senso ai miei sensi.

– Serge Lutens

gris clair serge lutens profumi di nicchia
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Spruzzando Gris Clair del <<poeta>> Serge Lutens nonostante ho sempre pensato che i profumi non abbiano sesso, lo trovo più maschile che femminile.


È un profumo di una raffinatezza unica, un profumo di passato, di remoto, di antico, di biancheria lavata, stirata riposta in un armadio di legno con le ante retrò, con i cassetti foderati di carta con i fiorellini, e profumati con i sacchetti di cotone, od organza, o di lino bianchi con dentro la lavanda raccolta con amore da nostra nonna.

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Ricordi di ieri, di scatole vecchie di biscotti con dentro le foto dei nostri genitori quand’erano bambini e custodite gelosamente nella casa che rappresenta la nostra infanzia.

Gris Clair di Serge Lutens è tutto ciò ma in parte, ovvero in questo contesto ci metterei dei paesaggi indiani.
È un profumo che mi parla di un gentiluomo anglosassone, tradizionale ma non prettamente British style ovvero del colonialismo aglo indiano, dove per forza di cose si mescolava la freddezza inglese agli odori, ai sapori, al clima, ai paesaggi indiani.

Non possiamo definirlo un profumo “alla lavanda” stile sacchetto della nonna (che personalmente non mi fa impazzire). Sarebbe troppo poco, perché questo è un equilibrio tra ambra, iris, fava tonka e due tipi di lavanda.

Per la prima volta sento un profumo tra i tanti profumi di nicchia dove la lavanda non prevarica su tutti gli altri componenti, ma si mescola e diventa calda! La lavanda di per sé è estiva, sa di pulita, ma rischia la banalità.
Questo è un profumo alla Robert Redford ne La mia Africa (anche se più di Africa mi parla di India, perché ci sento un soffio di tea).

Mi riecheggia un uomo “British Style” che sorteggia in suo tea aromatizzato alle spezie in un giardino in India, dove sta per piovere, aspettando di gustarsi lo scrosciare della pioggia e l’odore del terriccio bagnato che pian piano si diffonde nell’aria. Un uomo inglese, tradizionale, elegante, ben educato, non sfacciato, dalla mascolinità non prevaricante. Intimamente maschile, che si è ammorbidito a nuovi odori, sapori, culture ed ha mixato un approccio più morbido al suo essere tradizionale.

Trovo Gris Clair di Serge Lutens un capolavoro. Non è il mio genere, ma ne riconosco oltre la scarsa persistenza (ebbene sì, Lutens e la persistenza sono due concetti opposti. Non sempre però: Jeux de peau, che detesto, ad esempio dura 2 giorni di fila) la sua poesia, la sua classe, la sua finezza!

Straconsigliato, ma non per tutti, va capito, è pur sempre un Lutens.

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