Armocromia: l’Estate Soft Chiara

Vip di riferimento:

Jennifer Aniston, Jessica Biel, Maria Elena Boschi, A.J. Cook, Miley Cyrus, Claire Danes, Leonardo DiCaprio, David Duchovny, Clint Eastwood, Jake Gyllenhaal, Chris Hemsworth, Bon Jovi, Camille Lacourte, Madonna, Viggo Mortensen, Sarah Jessica Parker, Brad Pitt, Ellen Pompeo.

Caratteristica principale: soft

Caratteristica secondaria: chiaro

Livello di contrasto: medio/basso

Croma: basso

Sottotono: neutro/freddo

armocromia estate soft chiara
armocromia estate soft chiara
armocromia estate soft chiara

Goethe sosteneva che il colore eleva l’uomo dal materiale allo spirituale.
Questa stagione ha i colori che fanno uscir fuori la bimba sopita che è in me, in bilico tra il sogno e la dura realtà. Queste nuances fatte di pastelli che virano dall’azzurro al violetto cangiante fanno rivivere quella ragazzina che ricerca nel colore la sua passione, una pittura fatta di magia, di ritmi pacati e di stati d’animo passati. 
Un assolo di chitarra mi fa da album sul quale fissare le immagini più belle della mia vita che, come una girandola di emozioni, scorrono veloci tra le quali un sorriso, un’immagine, un colore ,un sogno…

armocromia estate soft chiara

Ecco le stagioni chiare.
Sono dunque quelle stagioni che riecheggiano il sogno, le chiamerei quasi  “stagioni oniriche”. Di solito il colore comunica un’emozione, un messaggio, a me riportano questo.
Sono i colori delle fate… L’estate soft chiara in armocromia è una stagione chiara; infatti è fatta di colori mediamente chiari e soft.
Il sottotono è neutro, neutro-freddo.

La caratteristica principale è Soft quindi è essenziale per un risultato ottimale, ovvero naturale “armocromatico”, che i colori siano soft.
Partiamo dal significato letterale del termine inglese soft:
1) Che suscita emozioni e sensazioni piacevoli e delicate: musica, atmosfera etc.

2) Accomodante, accondiscendente.

Applicato ad un colore significa delicato, non smorto, bensì etereo, morbido, soffuso.

Passiamo alla caratteristica secondaria, i colori devono avere una certa profondità, non sono luminosi ed eterei come quelli dell’Estate Chiara ma rimangono comunque relativamente chiari.
I colori sono un mix tra la palette dell’Estate Chiara e quella dell’Estate Soft Profonda in armocromia.
Il risultato? Colori dell’Estate Chiara, sfumata di grigio.
Delicatezza e morbidezza.
Colori che prendono quindi la delicatezza dell’Estate Chiara e un pizzico della profondità dell’Estate Soft Profonda. E’ una palette fatta di colori medio-chiari, vellutati, sfumati. Un soffio di grigio smorza la vivacità dei colori, li spegne e aggiunge loro profondità.


Non confondetela però con l’estate soft profonda, l’estate soft chiara in armocromia è assolutamente più eterea, più chiara come stagione. L’estate soft profonda è una stagione SCURA, non dimenticatelo.
L’Italia è la patria delle stagioni profonde e soft profonde ma noto che di estati se ne incontrano parecchie mentre di primavere meno.
Se osservate i colori, può sembrare davvero molto simile come stagione ai colori dell’estate chiara, ma quest’ultima è più candy, più giocosa, i colori sono più accesi, è Alice del Paese Meraviglie.
L’estate chiara è assolutamente Alice in Wonderland.

armocromia estate soft chiara



L’estate soft chiara in armocromia invece è decisamente più aristocratica, è quell’aggiunta di grigio che la rende più di classe, meno candy, meno Alice. Secondo la mia personale reinterpretazione delle stagioni ha un’accezione regale.

Le primavere, insieme all’estate chiara, sono più “lolite” mentre le estati sono più aristocratiche, più glam, ma non tutte: le aristocratiche sono due, l’estate soft chiara e l’estate assoluta.
Mi sono chiesta se può una “banale” aggiunta di grigio nei colori pastello donare quest’aristocrazia.
Riflettendoci sì, perché il grigio smorza un pizzico l’effetto Candy Candy dei colori pastello e dona quella “snobbitudine” che personalmente apprezzo molto.


Tuttavia quest’aggiunta di grigio induce a ritenere che questi colori non hanno una concezione “freddamente formale”, stile bon ton estremizzato per intenderci, ma al contempo hanno una forza onirica potente più da fanciullino Pascoliano.
Mi vengono in mente tre figure, una è il film Romeo + Giulietta di William Shakespeare (William Shakespeare’s Romeo + Juliet) di Baz Luhrmann del 1996, con Claire Danes e Leonardo Di Caprio, entrambi estate chiara soft fra l’altro, ed esprimono in pieno l’essenza di questa stagione.

Tutto è suggerito e niente è esplicito.

Una volta soddisfatto dei suoi scatti Nick Knight ha trasformato le immagini con la tecnica del «melting», sciogliendo i contorni, sfumando le ombre, cancellando e ammorbidendo.
«Sono intervenuto sulle foto per renderle oniriche, scene che hanno la consistenza incorporea del sogno», spiega Knight, amato più che come fotografo, come artista pop.
Il calendario è bellissimo, sembrano dei quadri pop alla Andy Warhol, ma è il mese di gennaio che mi fa pensare a questa stagione.

La modella Natalia Vodianova (credo proprio che sia una estate) dorme in un letto a forma di nido. Lo scenario è assolutamente onirico, i colori del celeste sono soffusi, sfumati da morbide ombre ma tutto è molto chiaro.

Questa foto a mio avviso ricorda tanto l’Estate Soft Chiara in armocromia per la delicatezza dei colori e il senso di sogno che trasmette. 

Ma c’è un personaggio storico che in assoluto incarna l’essenza di questa stagione: la regina Maria Antonietta.

Sicuramente l’ho scelta per i colori ma anche per come li accostava, per l’uso che ne faceva, per l’atmosfera; tutto ciò che riguarda la regina Maria Antonietta ricorda la stagione dell’Estate Soft Chiara.
Maria Antonietta è stata una vera style icon dell’epoca delle Fetes galants.

Personalità molto complessa, anche molto strumentalizzata (come la povera Lucrezia Borgia).
Due donne in particolare influenzano il costume europeo in questo periodo: Madame de Pompadour, favorita di Luigi XV, una donna intelligentissima, e Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI, ultimo della dinastia dei Capetingi, ghigliottinato assieme alla regina durante la rivoluzione Francese.

Due donne a mio avviso completamente differenti.

Entrambe sono l’emblema dell’estate soft chiara. Come personalità preferisco di gran lunga Madame de Pompadour, amante dell’arte, talent scout dell’epoca, scoprì e finanziò il genio di Voltaire e non solo. E’ stata una delle poche donne, di cui ho letto la biografia, a riuscire a far legare a sé un uomo di potere aldilà dell’età e dell’aspetto fisico. E vi assicuro che nel passato non era impresa facile per una donna.

Maria Antonietta è più popolare, il film di Sofia Coppola (che adoro) la consacra icona di stile e le ha in qualche modo dato giustizia togliendo il forte pregiudizio che giaceva nei suoi riguardi. Non vi è alcun dubbio che la regina fosse una leader in fatto di stile e di moda e la sua creatività era anni luce avanti rispetto ai suoi contemporanei. Non sbagliava mai un colpo, altro che Kate Middleton…

Per tali motivi ho voluto parlarvene inserendola come colori nelle Esc!

Le sue frivolezze e il lusso eccessivo e bizzarro, le sono costate letteralmente la testa.

Si dice che la bellissima Maria Antonietta in realtà tanto bella non fosse, ma non si può negare che la sovrana fosse terribilmente affascinante, molto snella, di pelle chiara da vera austriaca con un bel colorito rosa, sicuramente dovuto ai fard dell’epoca e vedendola sembra sul serio una Estate Soft Chiara.

Colori a parte, ancora adesso è oggetto di molte speculazioni e polemiche nonostante tutto il dramma e gli intrighi che circondano il suo nome e rimane una delle figure più controverse della Rivoluzione Francese!

Colori e Profumi per Estate Soft Chiara in armocromia

Pochi sanno che ha inventato i nomi dei colori, cercato ispirazione nel quotidiano, e sempre sfidando il costume del suo tempo. Il suo proposito è stato visto come distruttivo per l’industria della seta francese, fino a quel momento, molto lenta, statica e vetusta.
Maria Antonietta richiedeva costantemente nuovi colori, spesso ispirata da oggetti, da persone o da eventi che hanno dominato la sua esistenza. Il suo tempo trascorso al Petit Trianon ha ispirato non solo abiti, ma anche la necessità di colori e tessuti naturali. Tra le curiosità scoperte ce n’è qualcuna davvero interessante che vorrei segnalarvi.

Si è scoperto che la regina amava fare il bagno e profumare il corpo e gli ambienti con particolari essenze.

armocromia estate soft chiara

Tra le sue essenze preferite c’era quella alla rosa ma soprattutto aveva una passione per i fiori d’arancio

Pare infatti che amasse profumare l’acqua della vasca con essenze di quest’ultimi. 

Per quanto riguarda i colori sappiamo invece che la regina, al di là delle mode del momento come il famoso “color pulce”, una specie di marroncino misto al rosa antico, prediligeva i blu ed i pastello in generale.
Il color pulce era utilizzato soprattutto nel taffetà. Avendo questa stoffa colori lucidi e riflettenti dava l’idea del dorso di certi insetti. Probabilmente era una sorta di taupe che è nella palette dell’Estate Soft Chiara.
Altro colore soprannominato da lei era il color “cacà dauphin”, un marrone verdastro opaco, ispirato dalla popò del suo primogenito.


Amava molto i toni del blu, dell’azzurro e del lilla e pare invece detestasse l’arancione, tanto da sconsigliarlo persino alle sue dame. Molto probabilmente sapeva che l’arancione le stava malissimo, infatti quest’ultimo insieme al corallo nelle sue varie declinazioni, sono colori che le estati sotto il viso devono evitare come la peste.
Il suo amore per i colori pastello era così evidente tanto da sceglierli alla Petit Trianon, la sua personale proprietà.

armocromia estate soft chiara
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Riprendendo il discorso sui profumi, il suo profumiere di fiducia Monsieur Jean-Louis Fargeon molto determinato ad entrare nelle grazie della donna più potente di Francia, le fece recapitare un paio di guanti profumati.

Usare guanti profumati ed in generale profumare ambienti e vesti era cosa alquanto comune in un’epoca in cui l’igiene scarseggiava e si combatteva quotidianamente contro i cattivi odori.

Da questo punto di vista la nostra Maria Antonietta, con i suoi bagni quotidiani in acqua aromatizzata al profumo di arancio, rappresentava una rara eccezione.

Fatto sta che il profumiere usò tutto il suo estro e la sua astuzia: mescolò delle essenze notoriamente apprezzate dalla sovrana quali garofani rossi, giacinti, viole e muschio e creò una fragranza molto naturale con cui trattò dei soffici guanti di pelle di capretto ammorbiditi da olio di mandorla, cera bianca ed acqua di rose. Recapitati sopra un letto di rose rosse i guanti avrebbero dovuto proteggere, e nutrire, le nobili mani durante le cavalcate.

Il profumiere fece centro: Maria Antonietta rimase molto colpita da questo dono e iniziò a commissionare al Fargeon profumi e fragranze per lei, per i suoi bambini e per le sue stanze.

Fargeon creò per la sovrana anche trattamenti di bellezza come delle lozioni per i capelli diradati dalla gravidanza e profumi per ambienti come il famoso Parfum de Trianon, un mix di viola, rosa, ambra e muschio o la semplice acqua da toletta Fleur d’Oranger. Ma anche ciprie e creme di bellezza create appositamente per lei al fine di sbiancare e mantenere candida la delicata carnagione, erano fatte con essenze di rosa, mandorla, gelsomino, vaniglia e frangipane. La cipria era una vera mania dell’epoca, costituita da farina di riso, amido, polvere di giaggiolo nei casi migliori. Veniva sparsa abbondantemente sulle teste aristocratiche di ambo i sessi fino alla rivoluzione francese, quando una testa bianca poteva costituire un segnale di appartenenza all’odiata nobiltà con conseguente rischio di decapitazione.

Maria Antonietta non riuscì più a fare a meno dei suoi sacchettini profumati e delle sue fiale di profumo che portava ovunque, tanto che persino in piena Rivoluzione, nel 1791, alla vigilia della partenza per la sfortunata fuga di Varennes, fece un’ultima grossa ordinazione.

Stile 

Maria Antonietta inizialmente si adeguò allo stile Rococò della sua epoca, questo da regina; ma il suo non era un vero e proprio Rococò. Sviluppò in seguito un amore per l’eleganza e la semplicità. Il suo stile personale, definito Moyenne poiché a metà tra il Rococò teresiano e il Neoclassicismo francese, ebbe appunto varie fasi: tra il 1774 e il 1778 prevalse un gusto tipicamente rococò. 

armocromia estate soft chiara

Gli abiti di corte, sontuosi ed estremamente ampi, erano carichi di passamaneria, nastri e fronzoli, mentre gli abiti quotidiani erano più ridotti di dimensione, ma altrettanto fantasiosi nelle forme (come la robe à la polonaise). Indossava capi che erano più stravaganti che sensuali.

Le acconciature arrivavano ad altezze vertiginose, coronate da boccoli e trecce pendenti, piume, fiocchi, fiori, broches di diamanti e perle.

Successivamente, dopo la nascita della figlia, Maria Antonietta si volse verso uno stile più semplice. I capelli erano cotonati e gonfiati lateralmente, mentre il vestiario privato si ridusse alla cosiddetta chemise à la reine, abito di mussola bianca di taglio neoclassico. Nelle occasioni più formali prese invece il sopravvento la cosiddetta robe à l’anglaise. Maria Antonietta lanciò il “tuppé”, una pettinatura esageratamente alta inventata dal suo parrucchiere Léonard; un castelletto metallico sorreggeva capelli e decorazioni che si complicavano con bizzarre combinazioni dai nomi strampalati. “À la belle poule” (dal nome della fregata francese che nel 1778 vinse una celebre battaglia nella guerra d’Indipendenza americana) con una nave dalle vele spiegate sulla sommità del capo, “à la Montgolfier”, “à la monte du ciel”, di altezza vertiginosa, “à sentiment” con usignoli imbalsamati, e via dicendo.

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